presepi in mostra

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Storia dei miei presepi

di Fabrizio Ciccolini


Il primo presepe che ho aperto al pubblico è nato da una mia iniziativa per dare sfogo a una passione che ho fin dalla più tenera età: sempre alimentata in famiglia, con l'aiuto dei miei genitori e di mia sorella, mi ha spinto all'età di tredici anni a collaborare con Don Aldo Tinti (valente presepista), da cui appresi i più elementari segreti di questa antica e povera arte.
Dopo un lungo periodo di inattività, giunto all'età adulta, la passione è riaffiorata e, nell'attesa di diventare padre, mi proposi di costruire un presepe in casa per il futuro figlio o figlia. Nell'aprile del 1985 venne alla luce Giada e per lei (ma anche per me), dopo due anni, “Il Presepe del Borgo”, nella chiesetta di San Cristoforo, messami a disposizione dal parroco di San Nicolò Don Pietro Fedeli.
Ho impiegato dieci anni per completare l'opera, che ha un intento ben preciso: quello di ricostruire il viaggio quotidiano che compio per recarmi a lavoro. Sono autista di autobus per una ditta con sede a Marina di Montemarciano (vicino ad Ancona) e, proprio nel dicembre del 1987 sono stato assunto.
Per questo motivo il primo piano del presepe raffigura Fabriano e, più precisamente, le vie del Borgo, il quartiere dove abito e da cui parto per attraversare la Gola della Rossa, con le famose Grotte di Frasassi; una volta uscito, sfioro sulla sinistra il paese di Serra San Quirico, più avanti la città di Jesi, fino ad arrivare al mare.
Gli altri luoghi che ho rappresentato, Monte San Vito, gli Alberici, Montemarciano, la chiesa di San Ciriaco (duomo di Ancona), li raggiungo con l'autobus durante il servizio.
In pratica ho seguito l'intenzione, comune a molti presepisti, di raffigurare il posto in cui viviamo e i luoghi che ci circondano, perché, in fin dei conti, tutto il mondo è un presepe.


Il terremoto del settembre 1997 lesionò la struttura della chiesetta che conteneva il presepe, rendendola inagibile. Il presepe fu quindi smontato e riposto in un magazzino, insieme alla speranza di poterlo ricostruire in un altro posto. Infatti, già sapevo che, una volta terminati i lavori di restauro, la chiesetta di San Cristoforo non mi sarebbe più stata concessa per ricostruire la Sacra Rappresentazione.
L'evento non intaccò la mia passione né la mia determinazione che,  anzi, ne uscì rafforzata, al punto che non ho mai saltato un appuntamento con il Santo Natale.

Ho costruito presepi in vari luoghi di Fabriano, alcuni nella Casa di Riposo di Santa Caterina, altri in via Cialdini 70, in via Fratti 114, nella chiesa di San Biagio, ma tutti per un solo Natale. A quanto pare, il presepista è l'unico artista che prima costruisce le sue opere e poi è costretto a distruggerle.

L'unica eccezione è stata il presepe storico-orientale in via Le Moline 15, perché il locale appartiene alla mia famiglia. Questo presepe rappresenta il brano del Vangelo di Luca che parla della Natività di Gesù rispettando i costumi, gli usi e i luoghi della Palestina.
Mentre da un lato si intravede la città di Betlemme e la sua vita quotidiana (il mercato, la donna che attinge l'acqua al pozzo, il censimento) dall'altro c'è il grande evento: Gesù nella mangiatoia, luce del mondo, l'annuncio dell'Angelo ai pastori, il gloria degli angeli in cielo, la grande luce che proviene dal sepolcro vuoto, a simboleggiare la morte e la resurrezione di Cristo.
In un piccolo spazio è racchiusa, così, tutta la grande Fede Cristiana.


Finalmente, dopo quattordici anni di attesa, ho avuto la possibilità di utilizzare il seminterrato del Complesso San Benedetto e così, dal Natale 2011, l'intero “Presepe del Borgo” ha trovato una nuova e, spero, definitiva sede.
Per questo, ringrazio il Comune di Fabriano (proprietario dei locali), la Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, i miei collaboratori e le ditte che mi hanno aiutato.

 

Gloria et Pax